Logo Affari e Finanza

Economia

Le strategie di asset allocation nello scenario di mercato attuale e i rendimenti dei titoli pubblici ai minimi Come comporre il portafoglio tra corporate bond, azioni e asset alternativi e quali strumenti finanziari adottare

È il momento di fare di più per i giovani consulenti finanziari

Il mondo della consulenza deve collaborare di più per favorire l'ingresso nella professione. Il dibattito sul ricambio generazionale al centro della seconda tappa digitale di #ConsulenTia21

3 minuti di lettura

Sono stati oltre 800 i partecipanti alla seconda edizione digitale di ConsulenTia2021, che ha preso il via lo scorso 13 aprile con il convegno inaugurale dal titolo “Dalla finanza all’economia reale: per un futuro giovane e sostenibile”. Nei prossimi 20 anni, ha spiegato Nicola Ronchetti, fondatore e ceo di Finer, nel nostro Paese si avrà il passaggio di mano dalla generazione dei baby boomer (i nati tra il 1946 e il 1964) a quella dei millennial di circa 800 miliardi di ricchezza mobiliare, immobiliare o aziendale.

Un tema, quello del passaggio generazionale, molto rilevante in un Paese come il nostro, dove le piccole e medie imprese rappresentano il 92% delle aziende italiane e impiegano l‘80% dei lavoratori, ma non affrontato in maniera adeguata: solo un imprenditore su due ha risolto questo aspetto, nonostante un’età media degli imprenditori di 68 anni.

Francesca Nonino, responsabile comunicazione web, mercato russo e americano di Nonino Distillatori, ha auspicato un processo di integrazione più che di ricambio generazionale. “Non necessariamente deve esserci un passaggio generazionale netto, un taglio, ma piuttosto un prendersi per mano e portare avanti l’azienda insieme. Anche perché non bisogna dimenticare il lavoro che hanno fatto le generazioni precedenti, ma bisogna rispettarlo e imparare” ha spiegato, ricordando che attualmente nella sua azienda lavorano ben tre generazioni della famiglia Nonino.

Relazionarsi con le nuove generazioni di imprenditori o anche di detentori di ricchezza è poi più facile se a farlo sono consulenti finanziari giovani: oltre alle competenze conta l’empatia, il comunicare con lo stesso stile. E a favore dell’ingresso di nuove leve nel mondo della consulenza Ronchetti di Finer ha voluto sottolineare alcuni aspetti: sono nativi digitali e affamati di informazioni, sono anche più ottimisti, il 57% dei consulenti finanziari di età inferiore a 40 anni si dichiara ottimista sul futuro a cinque anni della professione contro il 32% dei colleghi più anziani. E, infine, per evidenti motivi, sono anche più proattivi, spendono un terzo circa del loro tempo alla ricerca di nuovi clienti, contro il 16% dei senior.

Il presidente di Anasf, Luigi Conte ha sottolineato l’importanza di un patto intergenerazionale, che porta a un passaggio “morbido” di competenze e di valori dalle generazioni più esperte a quelle più giovani, e del lavoro in team. “Attraverso l’esperienza dei team stiamo sperimentando questo passaggio, sta dando dei risultati che auspichiamo possano portare a una crescita della presenza dei giovani nella professione. La quota di consulenti finanziari under 40 è ferma al 12%”.

Nel dibattito è emersa anche la necessità di formare, con appositi percorsi di studi universitari, le nuove generazioni di consulenti, ma anche di far conoscere meglio questa professione ai giovani. “La formazione dei giovani e l’educazione finanziaria rimangono il punto nodale per far prima conoscere la professione, ancora poco nota tra i giovani studenti, e poi avviarli all’attività con le giuste competenze”, ha spiegato Emanuela Giacomini, docente di Economia degli intermediari finanziari dell’Università di Macerata. “È utile dare gli strumenti tecnici e i requisiti per formare figure idonee ed è importante soprattutto creare un contatto diretto con i consulenti finanziari e le reti”.

L’ingresso di giovani nella professione è un tema molto sentito anche in Assoreti, ha assicurato il suo segretario generale Marco Tofanelli: “Non dobbiamo tradire le aspettative dei giovani, è un momento molto particolare nel quale ai giovani stiamo chiedendo molto. Dobbiamo iniziare anche noi a dare qualcosa in concreto”.

Tofanelli ha sottolineato come la sua associazione abbia attivato convenzioni con università, stage e borse di studio e quanto sia importante aiutare i giovani nell’inserimento nella professione, visto che gli under 30 rappresentano più del 30% degli partecipanti all’esame di ammissione, ma solo l’1,8% degli iscritti all’albo. “Occorre lavorare su un affiancamento nei primi anni di attività, come industria lo stiamo facendo da un punto di vista concreto, ci sono affiancamenti che prevedono sostegni economici importanti nel primo periodo di accesso alla professione, lo devono fare consapevolmente anche i manager che devono dedicare tempo all’affiancamento”, ha proseguito Tofanelli, segnalando anche che l’associazione è al lavoro con il governo sulla possibilità di offrire ai giovani prestiti garantiti dallo Stato.

Sul tema dei modelli e dei percorsi retributivi per i primi anni di attività è intervenuto anche il presidente di Anasf. Occorrono, ha detto Conte, politiche fiscali che consentano l’accesso dei giovani alla professione, politiche remunerative e, altro aspetto fondamentale, occorre incentivare gli anziani delle professioni ad accompagnare i giovani, “il dedicare tempo, l’attività di affiancamento ha comunque un costo e questo costo deve essere in parte sostenuto dal quel sistema che dovrà comprendere che questo percorso porterà a un ampliamento di valore indiscutibile”.