Logo Affari e Finanza

Economia

Le strategie di asset allocation nello scenario di mercato attuale e i rendimenti dei titoli pubblici ai minimi Come comporre il portafoglio tra corporate bond, azioni e asset alternativi e quali strumenti finanziari adottare
Ultim'ora

Turisti italiani bloccati sull’isola di Socotra in Yemen. Volo cancellato e viaggio sconsigliato per la guerra civile

Il consulente finanziario rende meglio in team

A fronte di esigenze sempre più complesse espresse dalla clientela, i professionisti tendono a organizzarsi in gruppi di lavoro con differenti competenze. Un evento di Anasf fa il punto sui cambiamenti in corso
2 minuti di lettura

“La partita del futuro si gioca sul digitale. Il rapporto di fiducia che abbiamo saputo costruire e poi consolidare negli anni va rinnovato puntando sulle potenzialità dei nuovi strumenti di comunicazione”. È la convinzione di Luigi Conte, presidente di Anasf, espressa in occasione di un evento organizzato dall’associazione dei consulenti finanziari per i 30 anni dalla legge che ha istituto l’albo professionale.

“Prima di allora mancava una disciplina e va riconosciuto il merito ai consulenti per essersi battuti con l’intento di far evolvere la legislazione”, ha ricordato Carla Rabitti Bedogni, presidente di Ocf, l’organismo di vigilanza e tenuta dell’albo di settore. “Visto quanto accaduto negli anni, è stata un’azione molto importante per tutela il risparmio degli italiani”.

Marco Tofanelli, segretario generale di Assoreti (l’associazione delle società mandanti), ha ricordato come l’Italia sia stata all’avanguardia in questo campo, “prevedendo una riserva legislativa laddove altri Paesi evitavano di legiferare. Così come il nostro Paese ha alzato tutele in difesa dei risparmiatori più alte nel momento in cui ha introdotto la responsabilità solidale della banca per le attività svolte dal singolo consulente”.

Oggi il numero di clienti italiani seguiti dai consulenti ammonta a 4,2 milioni, ben il 50% in più di dieci anni fa. Di pari passo è cresciuto anche il portafoglio medio gestito dai singoli professionisti: 29,1 milioni di euro a fine 2020 secondo le analisi di Assoreti.

Maggiori masse in gestione, portafogli più robusti, ma anche esigenze più complesse da gestire, considerato che ormai la consulenza non si limita più agli investimenti finanziari, ma abbraccia anche immobiliare, fiscalità, passaggio generazionale e questioni riguardanti la vita dell’impresa. “In questo scenario la professione non può più essere svolta da un consulente singolo, ma occorre un team caratterizzato da competenze diversificate”, ha ricordato il vice presidente vicario di Anasf Ferruccio Riva. Per il quale proprio questa strada consente di superare un problema con il quale la professione si trova a fare i conti, il ridotto numero di giovani professionisti e quindi la difficoltà di gestire il passaggio generazionale dei portafogli. “La chiave di volta sta nel creare team in cui i consulenti senior portano la loro esperienza e la conoscenza consolidata dei clienti e quelli giovani la capacità di interfacciarsi con i risparmiatori tendenzialmente della loro età”. Un pensiero condiviso da Elisabetta Sala, segretario di Anasf Giovani, per la quale “il digitale è il terreno principe per la comunicazione e il confronto con i risparmiatori e gli investitori millennials. In questo senso i professionisti nativi digitali possono offrire un ruolo importante alla crescita della professione”.

Finale affidato alle parole di Conte, che ha lanciato l’allarme sull’eccesso di liquidità presente sui conti correnti delle famiglie italiane. “Con l’inflazione galoppante siamo di fronte a una vera e propria patrimoniale. I consulenti possono essere la chiave per aiutare i risparmiatori a non perdere opportunità d’investimento e per avvicinare risparmio privato e imprese italiane”.