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Luigi Conte presenta i 'cococo' della consulenza

5/13/2022 | Daniele Riosa

Il presidente di Anasf, durante la plenaria di chiusura del Salone del Risparmio, ha spiegato che per continuare ad innovare la professione ci sono tre driver: competenze, condivisione e i comportamenti”


“L’attività di consulenza evidenzia quanto sia fondamentale la relazione tra il consulente e il cittadino e quanto sia importante la capacità di trasferire le competenze in scelte concrete. Dico sempre che il vero patto di fiducia tra il mondo della consulenza e i clienti risiede nella determinazione e nella costanza della relazione. L’emergenza sanitaria ha dimostrato quanto fosse importante per il consulente diventare un soggetto sempre presente capace di monitorare costantemente le prestazioni rassicurando il cliente”. E’ quanto ha spiegato Luigi Conte, presidente Anasf, nel corso della plenaria di chiusura del Salone del Risparmio su ruolo che avranno i consulenti nel futuro.

Il numero uno di Anasf ha fatto una riflessione sull’attuale situazione dei mercati: “il cliente si è un po’ allenato, di guerre, purtroppo, ne abbiamo viste e la pandemia ha rappresentato una grande sfida perché noi consulenti abbiamo dovuto confrontarci con un evento incommensurabile. Sto rilevando una grandissima maturità degli investitori che richiedono un confronto costante al consulente per cercare di anticipare quello che potrebbe accadere cogliendo le opportunità che il mercato potrebbe offrire in questo momento”.

E sull’annoso problema del ricambio generazionale dice: “I numeri confermano la tendenza degli ultimi anni e testimoniano un problema demografico di un Paese poco attrattivo per i giovani. Per avvicinare i giovani alla professione stiamo cercando di riqualificare la relazione tra università e mondo del lavoro cercando di comprendere quale potrà essere il vero organo di passaggio tra il mondo accademico e quello professionale. Ovviamente, tutti gli sforzi concreti che stiamo facendo entrando nelle università, non possono prescindere da altri tipi di impegni. E’ chiaro che le istituzioni dovrebbero fare la loro parte. Bisognerebbe chiedere ai nostri governi quanto hanno intenzione di investire nel futuro dei giovani”.

In più “si aggiunge un altro problema: il mondo della consulenza è visto dai giovani solo in relazione alla sua complessità, mentre bisognerebbe far comprendere che questa professione rappresenta una grandissima opportunità: di consulenza c’è bisogno ed è assolutamente fondamentale pensare che affiancare il cittadino italiano significa progettare il futuro del Paese. Un Paese che per troppo tempo è stato narcotizzato dal debito pubblico, ma che ha davanti a sé una grande opportunità che si chiama risparmio. Fare consulenza significa dare valore ai sacrifici degli italiani e fare in modo che questi siano supportati dalle competenze e dalla passione dimostrata dai consulenti”. 

Per continuare ad innovare cosa bisogna fare? “I driver sono tre: competenze, condivisione, e i comportamenti. Li definisco i cococo della consulenza”.

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