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15/07/2022

Quando portare i figli in banca

«Non esiste un’età giusta in senso assoluto, perché molto dipende dal grado di maturità del bambino. Alcuni esperti consigliano di cominciare a parlare di denaro verso gli 8-9 anni, introducendo i concetti di risparmio e investimento», spiega Alma Foti, vicepresidente dell’Associazione nazionale dei consulenti finanziari (Anasf) e responsabile dell’area Formazione dei cittadini e rapporti con i risparmiatori. «Si parte dal valore del denaro, che rappresenta il compenso per il nostro lavoro e ci serve a raggiungere determinati obiettivi di vita. Poi si passa alla paghetta e al concetto di risparmio». A proposito qui c’è uno speciale del Museo del risparmio per insegnare a gestire la paghetta.

Spiegare il risparmio

Per farlo, bisogna rovesciare il punto di vista. «Ai nostri figli dobbiamo insegnare che mettere da parte del denaro non è qualcosa di casuale, come residuo di ciò che avanza ogni mese dalle spese. Il ragionamento va fatto all’inverso: bisogna decidere subito quale percentuale della paghetta o dello stipendio si intende accantonare per il futuro, e il resto lo si può usare per le spese. Basta anche solo un euro a settimana per far passare il principio».

Ma va anche definito l’obiettivo. «Devo avere ben chiara la ragione del risparmio, perché questo accresce la mia motivazione. Per un bambino può essere un videogioco o una gita. Gli insegna a capire che il risparmio non è fine a se stesso, ma è un consumo differito nel tempo: rinuncio oggi a piccole cose per potermi pagare qualcosa di più grande domani».

Aprire un conto corrente

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Imparare a risparmiare non basta. I conti correnti o le carte per ragazzi sono utili per imparare a gestire il denaro e «possono diventare l’occasione per spiegare ai figli a cosa servono i diversi strumenti. Il conto corrente serve per versare i soldi dello stipendio e mantenere la liquidità per le spese correnti, e non è un modo per risparmiare. Perché lì i risparmi vengono erosi nel tempo a causa dell’inflazione», chiarisce Foti.

Basta fare un esempio a cifre tonde: se lascio sul mio conto 1.000 euro, trascorsi 5 anni la cifra sarà la stessa, ma con quel denaro potrò comprare meno cose, perché i prezzi saranno aumentati. Se l’obiettivo è far crescere i propri risparmi ed essere davvero “ripagati” per il sacrificio fatto bisogna investire.

Insegnare a investire

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Spiegare il concetto di investimento a un bambino non è semplicissimo. E convincerlo a rinunciare a una parte di paghetta o alle somme extra dei nonni per qualcosa di astratto lo è ancora meno. Per questo va data concretezza al gesto, spiega Alma Foti. «Serve motivazione, e serve chiarire l’obiettivo, ma non solo: bisogna che il piccolo vi si identifichi. Per farlo si può usare un trucchetto, come dare il suo nome al piano di accumulo o al prodotto finanziario, frasi come: “Il nonno ci ha dato 100 euro, 80 li destiniamo al “Pac Marco”, con gli altri compriamo i fumetti”, possono essere molto efficaci. Il ragazzino assimilerà l’idea che quel denaro non gli viene sottratto, ma sarà usato per lui».

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Scegliere il metodo d’investimento

Quando si comincia a risparmiare da piccoli, la formula migliore per farlo sono i piani di accumulo (Pac), che consentono di investire somme di denaro in maniera periodica, per un tempo medio lungo. Il Pac è una forma di accantonamento ricorrente e si può fare con gran parte degli strumenti finanziari disponibili sul mercato.

«In genere possono essere intestati a maggiorenni, ma è possibile creare dei fondi cointestati al minore e al genitore o al suo tutore, che può quindi gestire pratiche e movimenti», spiega Alma Foti.

«Il piano di accumulo conviene sia da un punto di vista finanziario sia da un punto di vista educativo. L’orizzonte temporale lungo, consente di avere dei buoni ritorni in termini di interesse, perché più passa il tempo, più il capitale cresce in maniera esponenziale, in virtù della regola dell’interesse composto. Dall’altra, è anche un modo per spiegare ai nostri figli il valore del tempo, che è un alleato degli investimenti: più è lungo l’orizzonte temporale, più le risorse investite hanno probabilità di crescere».

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L’articolo completo è disponibile su Rameplatform.com