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19/03/2022

Una situazione da valutare caso per caso

Prevenire, si sa, è meglio che curare e questo nel mondo finanziario ha un solo nome: una oculata diversificazione, mirata alla pianificazione delle risorse. Con la guerra in Ucraina si stanno verificando (come illustrano gli altri articoli in queste pagine) problemi ai soggetti che siano detentori di attività finanziarie russe per via delle sanzioni.

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Ferruccio Riva, vicepresidente vicario Anasf, ricorda che: «Esistono delle norme di sospensiva, ma oltre ad essere presente anche un divieto sulla Borsa russa, ad oggi chiusa, questi prodotti sono diventati illiquidi per intervenuto diritto. Confidiamo che chi ha fondi in portafoglio investiti nel mercato russo, ne abbia per una piccola porzione. Si tratta di un mercato piccolo e molto mirato sul settore dell’energia». E ricorda che i titoli quotati sull’indice russo, peraltro in dollari, sono riferiti ad attività sostanzialmente chiuse e a società che sono state anche ridimensionate. «Da consulente - aggiunge Riva - suggerisco di considerare questi investimenti come di lungo periodo, come dovrebbe essere un investimento così specifico, con la speranza che in un arco di tempo più ampio le cose si risolvano a livello internazionale». C’è sempre la tentazione di entrare in una fase di mercato così turbolenta a fini speculativi. A questo proposito Riva spiega: «Se invece qualcuno ha tentato di fare una speculazione (non un investimento), è chiaro che questa ha avuto esito negativo. D’altronde va ricordato che le sanzioni applicate alla Russia sono senza precedenti, ben più profonde di quelle attive dal 2014, e quindi il rischio rappresentato dai mercati finanziari russi è quanto meno estremamente elevato, anche in prospettiva».

 

L’articolo completo è disponibile sul numero di Plus24 del 19 marzo 2022.